martedì 7 settembre 2010

Egoisti per via materna

Dato che, storicamente, fra i nostri antenati le donne hanno cambiato clan o gruppo famigliare più degli uomini e quindi avevano meno relazioni di parentela con quanti le circondavano, i nostri geni paterni e materni si trovano in conflitto sul modo in cui dobbiamo comportarci

Ricercatori dell'Università di Oxford e dell'Università del Tennessee, a Knoxville, hanno esaminato l'impatto sul nostro comportamento di quei geni che, attraverso un processo noto come imprinting genomico, "sanno" da dove provengono. Propriamente, l'imprinting genomico è il processo che per cui l'espressione dei geni è differente a seconda che essi siano stati trasmessi dal padre o dalla madre.

Secondo le scoperte dei ricercatori, dato che storicamente le donne hanno cambiato clan o gruppo famigliare più degli uomini, e quindi avevano meno relazioni di parentela con quanti le circondavano, i nostri materni si trovano in conflitto con i geni paterni sul modo in cui dobbiamo comportarci: i geni paterni tenderebbero a stimolare comportamenti altruistici mentre quelli materni punterebbero a farci adottare un comportamento più egoistico.

'Quando le donne si disperdono maggiormente rispetto a gli uomini, come sembra essere stato il caso dei nostri antenati, ciò comporta che si è maggiormente legati a chi ci circonda attraverso la linea paterna che attraverso quella materna", osserva Andy Gardner, uno degli autori dell'articolo pubblicato sulla rivista Evolution, in cui è descritto lo studio.

'Ciò determina conflitti nell'ambito del comportamento sociale: i geni paterni dicono di essere disponibili nei confronti dei vicini, mentre quelli materni tentano, come un demone appollaiato sulla spalla, di renderci egoisti."

Mutazioni in questi geni erano stati in precedenza associati a disturbi nella crescita nella prima infanzia e a possibili disturbi neuropsichiatrici. Lo studio rivela come questi disturbi nell'ambito neuropsicologico possono evolvere da mutazioni che favoriscono l'espressione dei geni paterni piuttosto che di quelli materni.

'Ciò che rivela la nostra ricerca - ha concluso Gardner - è che l'espressione popolare secondo cui qualcuno 'sta combattendo i propri demoni' psicologici che lo istigano a comportarsi in modo egoistico ha una base nella nostra costituzione genetica: siamo tutti una coalizione di geni in conflitto." (gg)

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lunedì 6 settembre 2010

browsernik - L'universo dipinto da Planck

C’è tutta la storia dell’Universo nella prima mappa a microonde realizzata dal telescopio spaziale Planck: un’immagine a “tutto tondo” e in alta definizione ricostruita grazie ai rivelatori di radiazione elettromagnetica di cui è dotato il satellite, sensibili a nove diverse frequenze elettromagnetiche.
Planck è stato lanciato dall'Ente spaziale europeo nel 2009, insieme al satellite Herschel, per studiare le origini dell’Universo attraverso la radiazione di fondo a microonde (CMB), o radiazione fossile, il segnale originato circa 14 miliardi di anni fa che rappresenta la prima luce dell'Universo, diffusa subito dopo il Big Bang. Il satellite è dotato di nove diversi rivelatori di microonde che coprono un ampio intervallo di frequenze: dai 30 agli 857 GHz (Giga Hertz). I dati raccolti dall'agosto del 2009 fino allo scorso giugno (la procedura è illustrata nell’animazione) sono stati integrati ed elaborati per ottenere una rappresentazione visiva delle radiazioni. Nella mappa diffusa oggi, le alte e le basse latitudini rappresentano la radiazione fossile, offuscata nella parte centrale dalle emissioni della via Lattea, di più recente formazione. Ma grazie all'estrema sensibilità della strumentazione di Planck, attraverso complessi software di analisi ed elaborazione delle immagini sviluppati ad hoc gli scienziati potranno ottenere le immagini distinte del fondo cosmico e delle emissioni galattiche.
“La radiazione fossile che riusciamo a intravedere dietro il velo di foschia della galassia giunge a noi direttamente dalla sua infanzia, dopo aver viaggiato per circa quattordici miliardi di anni”, ha spiegato Reno Mandolesi, direttore dell’INAF-IASF Bologna e responsabile del LFI (uno strumento per misurare la temperatura dell’universo bordo di Planck) nel corso della presentazione della mappa a microonde all’European Open Science Forum in corso a Torino. “Le sue strutture granulari, le anisotropie, ci raccontano di una fase primordiale chiamata inflazione cosmica, che ebbe luogo una frazione di secondo dopo il Big Bang, durante la quale l’Universo si è espanso improvvisamente di oltre quaranta ordini di grandezza”. (a.l.b.)

domenica 5 settembre 2010